La casa di vetro by Simon Mawer

La casa di vetro by Simon Mawer

autore:Simon Mawer [Mawer, Simon]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary, Fiction
ISBN: 9788854505049
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2011-01-09T23:00:00+00:00


Ha ragione, vero?»

«No, si sbaglia».

«Comunque non mi va di parlarne. Non voglio più sentire una sola parola sull'argomento, né accetterò che la cosa mi provochi il minimo imbarazzo. E, ovviamente, i nostri figli non dovranno mai, mai venirlo a sapere. Ora, se non ti dispiace, me ne vado a letto. Stanotte non ho quasi chiuso occhio e sono tanto stanca».

CAPITOLO 35.

Esproprio

L'uomo dell'ufficio tecnico esamina l'ingresso con diffidenza, poi dà un'occhiata alla pianta che ha appena tirato fuori dalla valigetta.

Aggrotta la fronte, come se stentasse a credere alla verosimiglianza dei documenti ufficiali. «Cinque camere da letto?» dice, picchiettando sul foglio con il dito. Invece di aspettare la risposta, si avvia lungo il corridoio, aprendo le porte via via che ci passa davanti. A parte qualche sperduta suppellettile, le stanze sono vuote.

«Queste sono le camere dei bambini» spiega Lanik, correndogli dietro.

«Erano le camere dei bambini» lo corregge il funzionario.

«Certo. E quella in fondo era per la bambinaia. Avevano una donna che badava ai loro figli».

Il funzionario prende nota. «E la camera da letto dei padroni?»

«Ne avevano una per ciascuno, ai lati del bagno. Laggiù».

Le due stanze - non meno spoglie delle altre - vengono ispezionate con cura. «Questa era quella di lei» fa Lanik, indicandone una. La sua voce è tenera, quasi melliflua. «La signora era una persona come si deve. Una gran bella donna. Ma lui... un vero bastardo! Arrogante, se capisce cosa intendo».

«Un giudeo» ribatte l'uomo dell'ufficio tecnico, come a dire: cosa ti aspettavi?, e apre la porta che conduce alla terrazza. Sembrano le rovine di una casa per le vacanze: la pergola nuda e arrugginita, la panca con la pittura screpolata, la buca della sabbia completamente vuota. Ci sono perfino delle erbacce attorno alla buca, piante irsute che traggono uno stentato nutrimento dal suolo incolto. «Qui è dove giocano i bambini» spiega Lanik.

«Giocavano».

«Giocavano, giusto. Senta, se non dovessero tornare...»

«Le ho già detto che la casa non è più di loro proprietà. Per cui anche se dovessero tornare, non potrebbero venire a vivere qui. Non senza aver portato la cosa in tribunale. E sono ebrei. Non credo proprio che i giudici gli darebbero ragione!»

«E io? E mia sorella? Noi viviamo qui».

«Si vedrà. Dipende dall'uso cui sarà destinato l'edificio, ma per il momento...»

«Anche noi abbiamo bisogno di un tetto...»

Il funzionario ignora le proteste di Lanik. «Vediamo il piano di sotto».

Lanik obbedisce e fa strada, prima nell'ingresso e quindi giù per la scalinata. Giunto sulla soglia del Glasraum, il geometra si ferma e dà un'altra occhiata alla pianta. «Roba di gran classe».

«Erano gente di gran classe».

«Ma priva di senso pratico». L'uomo si aggira per il Glasraum con una smorfia di disgusto dipinta sul viso. E una specie di tic: il broncio del burocrate. Passando accanto al pianoforte, solleva il coperchio e pigia un tasto a casaccio. Smarrita, la nota svanisce fra il vetro e le cromature. Il funzionario tira su col naso, scrutando lo spazio vuoto intorno a sé. «Che fine hanno fatto i mobili? A quanto mi risulta erano stati progettati e costruiti apposta per la stanza, su misura.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.